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martedì 3 maggio 2022

Sovranità&Tradizione.: MELONI&ASPEN

Sovranità&Tradizione.: MELONI&ASPEN:   GIORGIA MELONI è nell’ASPEN! Vi spiego cosa è l’ASPEN, buona lettura. Conoscete l’Aspen Institute? La maggior parte di voi, sono sicuro, n...

10 commenti:

  1. Per comprendere l'enorme potere negoziale che l'Italia ha nei confronti di Bruxelles, si pensi soltanto ai contributi che l'Italia versa nelle casse dell'UE ogni anno. Negli ultimi 20 anni si è spostata una enorme mole di denaro da Roma a Bruxelles pari ad almeno 70 miliardi di euro. Sarebbe sufficiente per provocare il crollo dell'UE solamente sospendere l'erogazione di questi fondi. La classe politica della seconda Repubblica ha paralizzato la enorme forza negoziale dell'Italia eseguendo gli ordini dei loro referenti sovranazionali. Ciò che temono uomini come George Soros è che questa enorme forza negoziale finisca nelle mani di patrioti e nuovi politici non disposti a mettere all'asta il proprio Paese. Il gotha del potere globalista è terrorizzata dall'Italia perché l'Italia è il Paese che può provocare il definitivo crollo della debole e precaria UE.

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  2. Questa lettera di Soros a Draghi è piuttosto interessante. Lo speculatore finanziario, già protagonista del famigerato attacco alla lira nel 1992, si rivolge a Draghi parlando della necessità di portare avanti un progetto federale europeo. Soros, in pratica, vorrebbe rilanciare l'originario piano degli Stati Uniti d'Europa che allo stato dell'arte attuale è solo un miraggio. Tuttavia però la scelta di scrivere proprio a Draghi non appare casuale. Il fondatore della Open Society sa probabilmente della riluttanza di Draghi di restare a palazzo Chigi e forse sta cercando di ammansirlo con la prospettiva, piuttosto remota, di un futuro incarico nei palazzi dell'UE.

    Soros sembra quasi voler dire a Draghi di restare dove si trova in cambio di una poltrona ai vertici dell'UE che nessuno, a Bruxelles, è comunque intenzionato a lasciare a Draghi. George Soros sa che se Draghi lascia, le probabilità, già alte, che l'Italia si allontani dall'UE salgono ancora di più. La politica italiana è debole e si ritroverà in balia degli eventi una volta che si chiuderà la stagione dell'esecutivo Draghi. Ai piani alti del globalismo, sono a corto di leader e temono di perdere l'ultimo fragile bastione che gli è rimasto, quello dell'UE. L'Italia è il Paese che in questo momento ha tutte le caratteristiche per far saltare il banco. Soros e lo sa, e sta provando disperatamente ad evitare l'inevitabile.
    https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/05/24/soros-scrive-a-draghi-lue-piu-forte-di-mosca-sul-gas_e50de252-ae8b-4cae-bedb-d3c026333f9f.html

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  3. Draghi sembra ripetere in continuazione ai suoi interlocutori che a lui la caduta del governo farebbe soltanto che bene. Non sorprende affatto. Del resto, il suo obbiettivo era quello di salire al Quirinale una volta concluso il lavoro sporco e godersi la sua "ricompensa". Il patto tra lui e le logge non è stato rispettato e Draghi mira ad uscire da palazzo Chigi dallo scorso febbraio. Ora non sta facendo altro che alzare l'asticella e i media stanno capovolgendo causa ed effetto. L'apparato mediatico vuole far credere che siano i partiti del suo governo a voler strappare, ma non dicono che è Draghi che sta volutamente rilanciando per creare le condizioni dello strappo.

    Lo sta facendo sia sull'invio di armi in Ucraina sia sulla riforma del catasto e sulla direttiva Bolkenstein. Sa che gli elettorati, o meglio le rimanenti clientele, di M5S, Lega e FI si dissolverebbero se queste misure passano. Ed ecco quindi che l'uomo del Britannia non fa altro che lavorare ad un casus belli per giustificare il suo abbandono. Se non sarà su questi temi, Draghi troverà altri pretesti. Il debole e fragile status quo al quale si aggrappa disperatamente lo stato profondo italiano sta per finire. Il terremoto in arrivo inghiottirà ciò che resta di questa classe politica allo sbando.
    https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/31747256/mario-draghi-se-cade-governo-vivro-meglio-resa-aula.html
    LiberoQuotidiano.it

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  4. a protesta del Pakistan e del suo popolo per riportare al potere il suo legittimo primo ministro, Imran Khan, non si arresta. Fiumi di persone si sono rovesciate per le strade di Islamabad e l'attuale governo ha scatenato la repressione illudendosi che ciò possa spegnere la rivolta in corso. Il Pakistan vuole iniziare a seguire un suo nuovo corso nel quale non è più dipendente dalla sfera dello stato profondo di Washington che per decenni ha controllato la politica di questo Paese. Imran Khan è pronto ad unirsi al mondo multipolare e a difendere la sovranità del suo Paese da qualsiasi ingerenza estera. Il popolo è con lui, e quando c'è questa combinazione, non c'è modo di arrestare il meccanismo che si è messo in moto. Il ritorno di Imran Khan appare essere solo una questione di quando e non di se.
    https://t.me/disclosetv/8041?single

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  5. Il cosiddetto ddl concorrenza sulla Bolkenstein ha spostato tutto al 2023. Non ci saranno gare per ridistribuire le concessioni balneari e i partiti, vistisi messi alle corde da Draghi, hanno buttato la palla in tribuna guadagnando un anno di tempo. Tutti sanno nel 2023 che non esisterà più il governo Draghi e i partiti, o meglio i loro probabili successori, avranno tutto il tempo di ritirare il ddl e lasciare intatte le concessioni senza procedere all'esproprio delle spiagge italiane da tempo nel mirino di corporation straniere, soprattutto franco-tedesche e cinesi. Draghi non poteva forzare la mano chiedendo di aprire subito le gare per le spiagge, ma il suo piano di fuga da palazzo Chigi resta invariato. Sarà lui stesso ad alzare nuovamente la posta mettendo i partiti alle strette e forzandoli allo strappo. L'uomo del Britannia si metterà presto al lavoro per fabbricare un nuovo casus belli e abbandonare questa decadente classe politica al suo destino.
    https://www.repubblica.it/economia/2022/05/24/news/concessioni_balneari_draghi_ddl_concorrenza-351001510/
    la Repubblica

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  6. Nella redazione del Foglio sono affetti da seri problemi di schizofrenia. Solamente fino a ieri rullavano furiosi i tamburi delle sanzioni contro la Russia. Oggi che le sanzioni hanno finito con il rafforzare la valuta russa, il rublo, e indebolire le valute di Bretton Woods e Maastricht, rispettivamente il dollaro e l'euro, si ritrovano a definire il fallimento delle sanzioni come un "successo". La dissonanza cognitiva degli ambienti marci del neoliberismo "italiano" si sta rivelando il più prezioso di tutti gli alleati. Il loro mondo sta crollando e continuano a esultare sulle rovine sopra le quali sono seduti.
    https://www.ilfoglio.it/editoriali/2022/05/27/news/il-rublo-forte-significa-che-le-sanzioni-funzionano-4047207/
    www.ilfoglio.it

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  7. Lo sfogo di Alberto, aggredito e derubato sotto casa dagli spacciatori: "Sono 6 anni che denuncio"
    Poi l'invito al sindaco Stefano Lo Russo: "Venga a prendersi un caffè a casa mia dalle 20"

    "Questo non è un posto di movida e non è nemmeno un posto di mala movida; questo è un posto in cui sono sospese le più basilari regole della convivenza civile", a dirlo è Emanuele Antonelli, uno dei residenti di via Saluzzo angolo Berthollet.

    Da anni, lui e gli altri residenti, sono costretti a convivere con risse, furti, aggressioni e spaccio, e nonostante le denunce e le continue segnalazioni nulla è mai cambiato. A sollevare definitivamente la questione è un altro residente di quel quartiere, si chiama Alberto Caneglias e sabato scorso, il 28 maggio, tornando a casa poco prima delle due di notte è stato vittima di un'aggressione a pochi metri dal portone della propria abitazione.

    "Sindaco la invito a prendere un caffè a casa mia, ma non la mattina o il pomeriggio. Venga a vedere cosa succede qui dalle 20 di sera in poi", dice Alberto che poi ripercorre gli attimi di paura che ha vissuto durante l'aggressione: in due prima lo hanno accerchiato e preso a pugni, poi gli hanno strappato la collanina che portava al collo.

    Alberto ha denunciato e grazie alla sua denuncia quella stessa notte uno dei responsabili è stato arrestato, ma il giorno dopo gli altri suoi aggressori erano al solito posto, sotto casa sua. Ogni giorno Alberto per tornare a casa deve passare da quell'angolo e deve incrociare gli sguardi di chi lo ha picchiato e derubato.

    "La cosa sconvolgente è che la sera dopo il gruppo era posizionato nuovamente lì. Io ho paura a buttare l'immondizia e a uscire di casa; loro puntualmente a ogni passaggio ti toccano, ti propongono la droga. Mi sento ostaggio a casa mia, mi sono posto il problema di dover rinunciare ad andare in palestra o di rinunciare a uscire dopo le 20 di sera".

    Su tutto però prevale l'amarezza perché Alberto sono sei anni che denuncia questa situazione: "Io vorrei sapere a chi devo dire grazie per il fatto di aver ricevuto un'aggressione davanti alla porta di casa, del fatto che non mi è stata garantita sicurezza".

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  8. «Al momento i richiedenti asilo in Italia rischiano di trovarsi in una situazione in cui non sono soddisfatti i loro bisogni primari più importanti, come l'alloggio, il cibo e l'acqua corrente». Il Consiglio di Stato olandese ha, quindi, stabilito che i Paesi Bassi non possono rimandare in Italia i richiedenti asilo perché c'è il rischio che finiscano a vivere per strada e siano violati i loro diritti umani.
    È la decisione in merito alle cause di un nigeriano che aveva chiesto asilo in Italia per 3 volte e poi ai Paesi Bassi e un eritreo che non aveva fatto richiesta all'Italia. Qui, intanto, si continua a sbarcare e l'hotspot di Lampedusa ieri era off limits con 3mila ospiti, per cui sono stati effettuati dei trasferimenti. Ieri sono arrivati più di 800 migranti partiti da Sfax e anche i cadaveri di 2 donne vittime di uno dei naufragi del 24 aprile. Un altro naufragio ato ieri al largo della Libia. Ne dà notizia l'Oim, che parla di almeno 55 morti, tra cui donne e bambini, e di 5 superstiti recuperati dalla guardia costiera libica. Sbarchi pure in Calabria, dove la guardia costiera di Crotone ha intercettato una barca a vela partita dalla Turchia con 40 migranti. I 3 scafisti sono stati fermati. È previsto per oggi lo sbarco dalla Geo Barents a Napoli dei 75 migranti soccorsi al largo della Libia. Sono 38.988 i migranti giunti da inizio anno. Molti di quelli che approdano in Italia vogliono raggiungere i familiari in altri Paesi Ue. Ne approfittava un'organizzazione transnazionale che agganciava le vittime nei loro Paesi d'origine. Il pacchetto offerto comprendeva vitto, alloggio e trasporto nelle diverse fasi. La consorteria criminale faceva affari d'oro non disdegnando di sfruttare sessualmente le ragazze. Per conquistare la fiducia delle vittime i membri dell'organizzazione approfittavano del proprio inserimento a vario titolo all'interno di strutture di accoglienza per migranti in Italia. La Squadra mobile di Catania, coordinata dalla Dda, ha scoperto quest'altro business dell'immigrazione arrestando 17 guineani e ivoriani, per lo più regolari sul nostro territorio, mentre 8 non sono in Italia e sono irreperibili. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aggravata dalla transnazionalità. L'inchiesta «Landayà» («fiducia») è scaturita seguendo una minore non accompagnata, giunta ad Augusta il 25 gennaio 2021 e ospitata in una struttura del Catanese. Voleva andare in Francia seguendo le indicazioni avute in Libia durante l'imbarco da una donna che si presentava come sorella di un soggetto (che è tra i 25) che, in Italia, si occupava di far raggiungere la Francia. È proprio a lui che la ragazza si è affidata. Gli investigatori hanno scoperto che i migranti pagavano un prezzo per ogni tappa del viaggio (da 200 euro per il mero passaggio dei confini fino a 1.200 euro per fasi di viaggio più ampie) e che il pacchetto comprendeva treni, macchine, documenti di identità, patenti di guida, green pass, vitto e alloggio in attesa dello «sconfinamento». C'erano agganci anche in altri Paesi. Per la precisione c'erano più cellule operative in Africa (Libia, Guinea, Costa d'Avorio, Tunisia e Marocco), in Francia, e in Italia c'erano 2 sedi piemontesi: Torino e Asti, una in Liguria: a Genova, e una a Ventimiglia che si suddivideva in due sottogruppi. Brutte notizie intanto da Bruxelles che ha bloccato gli aiuti alla Tunisia fino a quando il Fondo monetario non avrà le garanzie da Tunisi sulle riforme per concedere il suo prestito. Niente finanziamenti europei, dunque, e nessuna cordata di Stati disponibili ad anticipare il sostegno economico vitale per arginare i flussi.

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  9. L'orrore di Milano: reati sessuali aumentati del 38% dal 2020.Sia la procura che la questura certificano l'incremento enorme di casi di violenza contro le donne a Milano nel silenzio colpevole del sindaco Sala. La percezione di sicurezza a Milano non è mai stata così bassa, una percezione che trova conferma anche nei numeri, che fotografano in modo inequivocabile un aumento di reati contro la persona. Sono soprattutto le donne a fare le spese della violenza in città, come certificano i dati del Viminale, secondo i quali negli ultimi anni a Milano c'è stata un'esplosione di reati sessuali: più 21% sul 2021 ne più 38% sul 2020. Letizia Mannella, procuratrice aggiunta del dipartimento specializzato in reati sulle fasce deboli, conferma che la situazione di Milano in tal senso appare gravemente compromessa.Da donna e magistrata percepisco un aumento generalizzato dell’aggressività dopo la pandemia. Gli uomini scaricano la loro violenza sulle donne, che sono più in pericolo. Di questo si tratta: sopraffazione del più debole", spiega Mannella intervistata da la Repubblica, confermando quanto già detto da Giuseppe Petronzi, questore di Milano, nel giorno della festa della polizia di Stato. "Preoccupano i reati a sfondo sessuale, che confermano un’insidiosa tendenza alla sopraffazione sulle donne. Ne sono riprova i 380 casi di stalking e più di 550 episodi di maltrattamenti", ha dichiarato il funzionario di polizia. A Milano sono 50.000 gli irregolari fantasma. Numeri importanti che vengono ignorati da palazzo Marino, dove si preferisce parlare di percezione dovuta a un aumento della presenza sui social e, quindi, delle testimonianze. La stazione Centrale di Milano è il luogo preferito dai predatori sessuali, come dimostrano i recenti casi di cronaca. Residenti, turiste e donne di passaggio vivono con terrore l'attraversamento degli spazi antistanti e circostanti l'edificio ferroviario se sono sole, soprattutto la notte. Anzi, le donne che vivono in quelle zone vivono in una sorta di coprifuoco perenne, consapevoli del fatto che se dovessero rincasare troppo tardi si porrebbero in una situazione di gravissimo pericolo.Statisticamente, sono soprattutto gli stranieri a configurarsi come predatori sessuali ma circoscrivere le zone di pericolo alla stazione e alle periferie è sbagliato. Tutta Milano, in misura più o meno maggiore, vive nella paura, anche le zone della movida del centro. Corso Como, data la sua vicinanza con la stazione Garibaldi, e i Navigli, presentano situazioni di pericolo al pari della stazione Centrale. E nonostante l'impegno delle forze dell'ordine in presidio, il numero di persone pericolose presenti sul territorio, anche a causa delle folli politiche di accoglienza indiscriminata della sinistra a Milano, è in numero enormemente superiore. Ma non solo: gli aggressori sono per lo più senza fissa dimora e senza documenti, che anche se vengono fotosegnalati vengono rimessi in libertà. Sono recidivi nel compimento dei reati, spesso legati al mondo dello spaccio. È impossibile rimpatriarli perché non riconosciuti da alcun Paese, non possono essere redistribuiti perché irregolari, quindi l'Italia è costretta a farsene carico, subendone le violenze.

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  10. "Era compiaciuto". Il gip inchioda lo stupratore della stazione Centrale di Milano. Potrebbe reiterare il reato, è pericoloso e non mostra segni di pentimento: il gip non apre le porte del carcere al marocchino che ha violentato la turista in stazione Centrale.Il gip ha confermato la permanenza in carcere di Fadil Monir, il 27enne marocchino senza fissa dimora che è stato fermato giovedì per aver violentato una donna di 36 anni in un ascensore della stazione Centrale di Milano. Non ci sono gli elementi per rilasciarlo ma, anzi, c'è un quadro piuttosto chiaro che non viene minimamente intaccato dagli elementi divergenti forniti dalla donna nelle sue testimonianze subito dopo l'aggressione. Il gip le considera discrasie marginali, che possono essere imputate allo choc o al "timore di essere ingiustamente giudicata".

    Il suo aggressore, invece, viene definito quasi "compiaciuto" dello stupro compiuto, sicuramente "sfrontato". Ha tentato in tutti i modi di negare di essersi reso autore di un gesto così vile e vigliacco, cercando di far credere agli inquirenti che la sua connazionale fosse, in qualche modo, compiacente. Monir ha dichiarato di aver conosciuto la turista di passaggio a Milano 4 giorni prima e di aver avuto subito con lei rapporti a pagamento. A suo dire, la denuncia sarebbe arrivata quando lui ha finito i soldi, quasi come una sorta di vendetta. Una versione che il gip ha ritenuto inverosimile, tanto da convalidare il fermo. La donna è arrivata a Milano da Oslo alcuni giorni prima rispetto allo stupro e qui si è fermata ospite da alcuni amici.


    Il giorno della partena è arrivata in stazione con larghissimo anticipo rispetto all'orario di partenza del treno per Parigi, fissato per le 6 del mattino, e alle 2 ha incontrato il suo aggressore. Come spiega il Corriere della sera, lui l'avrebbe convinta a seguirlo nei giardini laterali della stazione, dove si sarebbero compiute le prime violenze. Sono state lunghissime ore per la 36enne, con le violenze che si sono potratte fin dentro la stazione, negli ascensori, come rilevato dalle telecamere. E c'è il video che lo dimostra e che "restituisce un contesto di totale sopraffazione di una donna indifesa, che l'indagato costringe, con impietosa ostinazione, a subire atti sessuali". Quella prova documentale spazza via le incertezze del racconto della vittima nell'immediatezza dei soccorsi sull'incontro con l'uomo e una prima violenza nei giardinetti della stazione e quanto ha poi formalizzato nella querela.

    Le immagini smentiscono "in maniera inconfutabile" la versione dell'indagato che deve rimanere in carcere perché ha "una personalità priva di freni inibitori, violenta e senza alcuna capacità di revisione critica e resipiscenza". Il carcere è quindi l'unica soluzione dato che, "anche in considerazione delle sue condizioni di vita", si può ritenere che "concretamente possa reiterare reati della medesima indole per appagare i suoi istinti sessuali".

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